Spagna e Portogallo con 200 €

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Yes, you can: girare Spagna e Portogallo per un mese con un budget di €200.

Scommetto che state fissando lo schermo e non potete credere ai vostri occhi. Come? Dove è la trappola? Ci deve essere una trappola!

La spiegazione è: Couchsurfing e autostop. Potete leggere a riguardo nel nostro precedente link di accesso al blog; in questo articolo, però, leggerete del viaggio fatto da me e dalla mia amica Adina.

Tenete conto che era agosto, perció caldo, caldo, caldo!

Questo è il percorso fatto, partendo da Valencia e terminando a Pamplona.alt="Spagna e Portogallo con 200 €"-spagna-e-portogallo-con-200-e

Ci siamo incontrate a Valencia ed abbiamo trascorso qualche giorno in questa città; ho portato la mia amica in giro facendole assaggiare il delizioso cibo spagnolo e valenciano.

Il primo viaggio autostop è stato breve, fino a Javea (lettera B sulla mappa). Abbiamo accettato un passaggio da un poliziotto locale che ci ha portato in un posto da cui era piú facile beccare un passaggio per  Javea. In questa città siamo andate in spiagge bellissime, con la compagnia dei miei buoni amici valenciani che trasorrono lì le loro estati.

La tappa successiva è stata Granada (lettera C sulla mappa). Il viaggio è stato lento e orribile fino a Murcia, ma piacevole e rapido fino a Granada, perchè il tipo che ci ha dato il passaggio è innamorato dei posti da cui proveniamo (Balcani, Ex Jugoslavia), aveva vissuto a Split e parlava anche croato, pensate!

A Granada non avevamo un contatto Couch Surfing perché era agosto e tutti erano in viaggio o a casa per le vacanze. Decidemmo di fare una passeggiata e chiedere alle persone dove avremmo potuto appoggiarci per la notte.

Una signora ci ha consigliato di andare a dormire in St. Nicolas Square e un’altra l’ha contraddetta dicendo:

 “Ma dormire all’aperto è pericoloso, qualcuno potrebbe derubarle!”

E la signora di prima, ridendo:

“Come potrebbero essere derubate se non hanno nessun oggetto di valore?”

Dopo essere arrivate al centro della città ho pensato di andare alla ricerca di persone “alternative”. “ Perché alternative?” mi chiese Adina, e io: “Sicuramente ci sapranno consigliare dei posti sicuri dove dormire.”

 “E se non li incontriamo?”

“Bene, allora chiediamo ad un passante dove possiamo incontrarle” risposi, divertita alla mia idea.

Un tipo ci consiglió di camminare per la strada principale fino al centro storico e di stendere i sacchi a pelo lì, un posto tranquillo per dormire.

Ma camminando, vedemmo un musicista di strada che stava iniziando a suonare il flauto, cosí ho suggerito di rimanere ad ascoltare un po’ di musica, visto che erano a malapena le 22.

Non appena posati i nostri zaini, una ragazza si avvicinó, dicendoci:

“Ciao ragazze, se non avete un posto dove dormire potete andare alla Travel House dietro l’angolo.”

Come ho potuto dimenticarmi della Travel House! Era il progetto della mia amica serba Lazar!

Ora vi state probabilmente domandando come quella ragazza sapeva che non avevamo un posto dove stare. Bene, essendo sedute a terra di sera con uno zaino era molto probabile. Altrimenti saremmo state senza zaini ad ascoltare quel musicista di strada.

A Granada abbiamo trascorso pochi giorni, o, per meglio dire, notti; faceva troppo caldo per lasciare l’appartamento nelle ore più calde della giornata.

La tappa successiva era Lisbona (lettera E), che dista da Granada più di 700 km. Sapevamo che non sarebbe stata una passeggiata, avremmo impiegato forse due giorni per arrivarci. In realtà la Spagna non è un paese dove si possa viaggiare facilmente facendo autostop; in altri Paesi un giorno è più che sufficiente per coprire una distanza di 700 km.

Dopo un’estenuante giorno di viaggio siamo arrivate a Siviglia; erano le otto di sera e c’erano ben 38 gradi! Non potevamo sopportare il caldo, e cosí abbiamo dovuto rinunciare a questa splendida cittá, decidendo di proseguire per Lisbona.

Una coppia che stava viaggiando in camper ci ha dato un passaggio fin quasi al confine con il Portogallo, esattamente fino ad una piccola località chiamata Isla Cristina (lettera D). Abbiamo fatto amicizia, loro ci hanno offerto cibo e succo di frutta, noi le nostre storie. Poi hanno sollevato il tetto del camper creando una sorta di spazio dove farci dormire; non potevo credere che avremmo dormito sul tetto di un camper!

Il giorno dopo riprendemmo a viaggiare in direzione Lisbona facendo autostop; non appena superato il confine con il Portogallo abbiamo raggiunto Lisbona in poche ore: fare autostop in Portogallo è cosí semplice!

I ragazzi che ci ospitarono a Lisbona erano incredibili: siamo uscite con loro, viaggiato nel portabagagli della loro auto, abbiamo fatto un tour della città, siamo andate in spiaggia ed in piscina, ci siamo lanciate da un trampolino a dieci metri di altezza, abbiamo conosciuto gente, bevuto molta birra ed abbiamo mangiato fino a scoppiare. Ospitalità: dieci e lode!

La tappa successiva è stata Porto (lettera F). Viaggiare da Lisbona a Porto facendo autostop è stato talmente facile che abbiamo capito quanto ci mancavano gli imprevisti di viaggio.

Devo dire che Porto non è nè bella nè ben servita, e ci sentivamo spesso osservate perché straniere. Alla fine abbiamo deciso di tornare in Spagna, nonostante fare autostop lì fosse difficile.alt="Spagna e Portogallo con 200 €"-spagna-e-portogallo-con-200-e

Decidemmo di andare verso Santiago, benché in quella città non avessimo un posto dove dormire. Dopo aver letto indicazioni non aggiornate sul luogo dove dovevamo andare per fare autostop, ci perdemmo ed impiegammo diverse ore solo per lasciare Porto.

Ricevemmo un passaggio da fratello e sorella che stavano andando a Vigo (lettera G), città a metà strada tra Porto e Santiago. Questi ci consigliarono di trascorrere una notte a Vigo, al che risposi che non avremmo avuto un posto dove dormire. Alla fine siamo state ospitate da un loro cugino ed il suo coinquilino che vivevano in una casa di legno su una collina;  ci offrirono cibo e soldi, dei veri amici!

Il giorno dopo la ragazza del passaggio venne a prenderci per portarci nel luogo dove fare autostop, ma in realtà ci compró due biglietti del treno per Santiago, ci portó in spiaggia e ci offrí il pranzo. Incredibile!

Nel frattempo avevamo trovato un ospite Couch Surfing Santiago che ci è venuto a prendere alla stazione e ci ha presentato molti altri suoi amici Couch Surfers. Siamo stati molto bene con loro.

Decidemmo di saltare Gijon (lettera I) e di proseguire per Bilbao, città più vicina a Pamplona (lettera J). Non sapevamo dove avremmo dormito ma, essendo stato finora tutto meravigliosamente improvvisato, eravamo sicure che sarebbe andata bene.

Iniziammo a fare autostop ma avemmo dei problemi anche a partire. Il nostro secondo passaggio era in direzione di La Coruña; dicemmo al conducente, Pablo, che saremmo potute scendere anche a Gijon e lui ci disse che aveva vissuto lì e se ci fossimo rimaste lo avremmo potuto contattare.

Ci facemmo lasciare alla stazione di benzina più vicina, nel bel mezzo del nulla. Passavano pochissime auto e nessuno ci diede un passaggio. Andammo sul retro della stazione di benzina e stendemmo i sacchi a pelo lì, cercando di dormire. Ma faceva freddissimo, nonostante fosse agosto, e non riuscimmo a prendere sonno. Il fast food della stazione chiudeva all’una di notte, cosí provai a chiedere se avevano del cibo non venduto e mi diedero due sandwich con tortilla. Comunque, eravamo troppo impegnate a combattere il freddo nei nostri sacchi a pelo per aver voglia di mangiare. Infatti, conservati i due sandwich, ci mettemmo ad aspettare l’alba al gelo.

All’alba ci alzammo e andammo al ristorante per ordinare due tazze di tè per riscaldarci dopo una notte terribilmente fredda. Mangiammo i nostri sandwich con tortilla provando a riacquistare forza.

Chiedemmo ad una ragazza se stava andando a Gijon e ci rispose di si, e che ci avrebbe offerto un passaggio, ma che prima doveva andare a prendere due amici in un posto lontano dall’autostrada. Peccato che una volta arrivate in questo posto il numero di amici era aumentato da due a quattro.

La ragazza era spiacente, pensava ci fossero solo due amici e alla fine ci ha lasciate in un villaggio a 50 km dall’autostrada. Fantastico, no? (Sono sarcastica)

Abbiamo impiegato l’intera giornata solo per ritornare all’autostrada e proseguire. Quando eravamo a 70 km da Gijon, decidemmo di comprare con i soldi rimasti due biglietti dell’autobus. Una volta salite sull’autobus e sedute, ci rendemmo conto di quanto eravamo stanche, esauste!

Scrissi a Pablo perché lui ci aveva detto di avere degli amici a Gijon, e mi rispose dandomi il numero del suo amico Alvaro. Lo contattamom, e ci venne a prender.

Alvaro, un architetto benestante, viveva in un attico di design a due piani nel centro della città, in cui avevamo la nostra propria camera da letto e un bagno; dopo la notte trascorsa all’addiaccio  ci sembró di dormire su delle nuvole. Ci addormentammo dopo pochi secondi.

Non essendoci a Gijon un posto dove fare autostop decidemmo di seguire le indicazioni stradali e trovarne uno. Perdemmo circa tre/ quattro ore solo per trovare uno posto adatto, di cui poi ho scritto su hitchwiki per far sapere alle persone interessate dove poter fare autostop.

Prendemmo un passaggio per una stazione di benzina vicino a Santander, tutto stava andando bene finchè rimanemmo di nuovo bloccate in questo posto. Era evidente che avremmo trascorso un’altra notte all’addiaccio.

Facemmo amicizia con il commesso che ci offrì caffè, sigarette e cibo, e trascorremmo l’intera serata a parlare con lui e alcuni clienti occasionali. La mattina il commesso ci diede un passaggio fin quasi a Pamplona.

Ci sono voluti quattro giorni di autostop per percorrere i 740 km che separano Santiago da Pamplona. Wow! (di nuovo sarcasmo).

A Pamplona ci incontrammo con i nostri amici valenciani e stemmo a casa della sorella di un amico. Lì abbiamo trascorso quattro giorni rilassandoci, recuperando le forze e facendo le perfette turiste, soddisfatte per quello che avevamo fatto. Ce l’abbiamo fatta! Ce l’abbiamo fatta!

Ci abbiamo ripensato milioni di volte: l’abbiamo fatto! Abbiamo viaggiato lungo quasi tutta la costa spagnola e portoghese facendo autostop e spendendo duecento euro.

Ci godemmo il meritato riposo, ma questa era solo la pace prima della tempesta! Infatti dovevamo ancora tornare fino a casa, in autostop: Pamplona, Parigi, Monaco, Zagabria! Ma questa è un’altra storia.

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